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Fata Neve • La Figlia dell'Orco • Le Arance d'Oro • Il Soldo Bucato • Piuma d'Oro • Spera di Sole |
L'Albero che Parla |
C'era una volta un
Re che credeva d'aver raccolto nel suo palazzo tutte le cose più rare
del mondo. Un giorno venne un forestiere, e chiese di vederle. Osservò
minutamente ogni cosa e poi disse: "Maestà, vi manca il meglio." "Che
cosa mi manca?" "L'albero che parla." Infatti, tra quelle rarità,
l'albero che parlava non c'era.Con questa pulce nell'orecchio, il Re non
dormì più. Mandò corrieri per tutto il mondo in cerca dell'albero che
parlava. Ma i corrieri tornarono colle mani vuote. Il Re si credette
canzonato da quel forestiere, e ordinò d'arrestarlo. "Maestà, se i
vostri corrieri han cercato male, che colpa ne ho io? Cerchino meglio."
"E tu l'hai veduto, coi tuoi occhi, l'albero che parla?" "L'ho veduto
con questi occhi e l'ho sentito con queste orecchie." "Dove?" "Non me ne
rammento più." "E che cosa diceva?" "Diceva «aspettare e non venire è
una cosa da morire». Era dunque vero! Il Re spedì di bel nuovo i suoi
corrieri. |
Ed ecco, a mezzanotte, un rumore assordante per tutto il bosco.
Era un Orco che tornava a casa coi suoi cento mastini, che gli latravano
dietro. "Oh, che buon odore di carne cristiana!" L'Orco si fermò a piè
dell'albero, e cominciò ad annusar l'aria: "Oh, che buon odore!" Il Re
aveva i brividi mentre i mastini frugavano latrando, fra le macchie, e
raspando il suolo dove fiutavan le pedate. Ma per sua buona sorte era
buio fitto; e l'Orco, cercato inutilmente per un po' di tempo, andava
via chiamandosi dietro i mastini. "Té! Té!" Quando fu giorno, il Re, che
tremava ancora dalla paura, scese da quell'albero e cominciò ad
inoltrarsi cautamente. Incontrò una bella ragazza. "Bella ragazza, per
carità, additatemi la via. Sono un viandante smarrito." "Ah, povero a
te! Dove tu sei capitato! Fra poco ripasserà mio padre e ti mangerà
vivo, poverino!" Infatti si sentivano i latrati dei mastini dell'Orco e
la voce di lui che se li chiamava dietro: "Té! Té!" ' Questa volta sono
morto! ' pensò il Re. "Vien qua, "disse la ragazza "bùttati carponi. Io
mi sederò sulla tua schiena, e la mia gonna ti coprirà. Non fiatare! |
Rotta così la malìa, dal tronco dell'albero uscì fuori una donzella, che non poteva esser guardata fissa, tanto era bella! Il Re, contentissimo, tornò insieme con lei al palazzo reale, e ordinò che si preparassero subito magnifiche feste per gli sponsali. Arrivato quel giorno, mentre le dame di corte abbigliavano da sposa la Regina, s'accorsero, con gran meraviglia, che avea le carni dure come il legno. Una di esse volò dal Re: "Maestà, la Regina ha le carni dure come il legno!" "Possibile?" Il Re e i ministri andarono ad osservare. La cosa era sorprendente. Alla vista parevano carni da ingannare chiunque; a toccarle, era legno! Lei intanto parlava e si muoveva. I ministri dissero che il Re non poteva sposare una bambola, quantunque essa parlasse e si muovesse; e contromandaron le feste. "Qui c'è un altro incanto! "pensò il Re, che si ricordò dell'unto della scure. Prese un pezzetto di carne e lo tagliuzzò con questa. Aveva indovinato! I pezzettini, alla vista, parevan carne da ingannare chiunque; a toccarli, eran legno. Il tradimento gliel'aveva fatto la figliuola dell'Orco, per gelosia. Il Re disse ai ministri: "Vado e torno." E si trovò nel bosco, dove aveva incontrato quella ragazza. "Maestà, da queste parti? Che buon vento vi mena?" "Son venuto apposta per te." La figlia dell'Orco non volea credergli: "Parola di Re, che siete venuto apposta per me?" "Parola di Re!" Ed era vero; ma lei s'immaginava per le nozze. Sipresero a braccetto ed entrarono in casa. "Questa è la scure che tu mi prestasti." Nel porgergliela, il Re fece in maniera di ferirla in una mano. "Ah, Maestà, che avete fatto! Son diventata di legno!" Il Re si fingeva afflittissimo di quell'accidente: "E non si può rimediare?" "Aprite quell'armadio, prendete quel barattolo, ungetemi tutta coll'olio che è lì dentro, e sarò subito guarita." Il Re prese il barattolo: "Aspetta che io torni!" Lei capì e si messe a urlare: "Tradimento!Tradimento!" E gli scatenò dietro i cento mastini di suo padre. Ma sì!..il Re era sparito. Con quell'olio le carni della Regina tornarono subito morbide, e si poterono celebrare le nozze. Furono fatte feste reali per otto giorni, e a noialtri non dettero neppure un corno. |
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